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Posts Tagged ‘Val Susa’

Guardo le immagini sugli scontri in Val Susa. Attonito. Non riesco ad accettare che, per decidere di un’opera pubblica, non ci sia altra strada che il manganello, i fumogeni e tutta i parafernalia degli apparati repressivi. Mi rifiuto di dare per scontato che questa sia l’unica soluzione. Che non si possano trovare punti di incontro, che le perplessità, le osservazioni e le paure non possano essere prese in alcuna considerazione. E che non si possa fare una discussione aperta sul modello di sviluppo che un’opera come l’Alta Velocità comporta.

Continuo a guardare quelle immagini. E non posso non scorgere un parallelo, da pelle d’oca, tra la polizia in assetto da guerriglia urbana che assalta i “no-TAV” e la cavalleria che ai primi del Novecento caricava i braccianti.

Certo il manganello funziona. Perlomeno nel breve periodo. Lo sappiamo tutti noi che abbiamo vissuto il G8 di dieci anni fa. Dopo nulla è stato uguale. Le reti tra movimenti diversi – che avevano dato vita ai social forum – si sono sfilacciate e ognuna delle istanze di cambiamento sociale che avevano composto una delle più grandi manifestazioni della storia nazionale è rifluita nel proprio alveo. Ma gli interrogativi che ponevano allora restano quasi senza risposte (quasi perché 26 milioni di italiani sulla questione dei beni comuni e del nucleare hanno dato un segnale fortissimo!).

Il manganello, però, non è “la continuazione della politica con altri mezzi”. Come alcuni, anche nel vastissimo campo del “centrosinistra” sembrano fare intendere. Ma è la sua nemesi, la sua sconfitta. La sinistra come dovrebbe essere guadagna i cuori e le menti delle persone con un’idea di futuro, con la vicinanza alle persone e ai loro problemi, con la mediazione tra istanze diverse; e anche con il conflitto, talvolta. Ma mai con un conflitto verticale contro la popolazione.

Finito di guardare il video della lotta di stamattina non mi resta che il magone. Io non so se veramente valga la pena di realizzare il collegamento ad Alta Velocità oppure no. Ma sto comunque dalla parte dei no-TAV perché sotto quei manganelli non c’erano solo persone – che è già cosa di gravità inaudita e motivo più che sufficiente per contestare uno Stato sempre più autoritario e repressivo! – ma anche l’idea di una democrazia come cosa viva, che va mantenuta e fatta crescere dal basso, con la discussione, con la proposta di idee alternative e con il valore dell’impegno e del sacrificio.

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