O “che l’inse”. Ancora non l’ho capito.
Fatto sta che con questo grido, che dovrebbe voler dire “che si cominci”, un ragazzino genovese di qualche tempo fa, tipo nel 1746, lanciò un sasso contro le truppe austriache incitando i suoi concittadini alla ribellione.
Ribellione che, come capita spesso nella storia del nostro Paese, ebbe più senso in quanto tale – e perciò ce la ricordiamo – che per i risultati ottenuti, una cinquantina d’anni di libertà.
Siccome con qualche mio amico avevamo voglia di tirare un po’ di sassi, più per il gesto che per l’effetto ottenuto, ci è sembrato logico chiamare questo blog come quel ragazzino genovese.
Non mancano i sassi, non mancano i bersagli, che si cominci allora.
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